Passaggi
ITALIANO
Passaggi.
di Barbara Cruciani
Memoria, recupero della memoria; il culto della memoria è possibile solo attraverso la perdita della memoria.
Abbandonare la memoria meccanica, storica, la memoria che è cronaca per impossessarsi della memoria che intellige.
Abbandonare la consapevolezza per cedere alla visione. Ritrovarsi e ritrovare, esistere… in un tassello di pietra.
Il gesto creativo di Elisabetta Diamanti invita a perdersi in uno spazio vuoto, sospeso, dove il recupero di una memoria personale e ancestrale al tempo stesso permette di riempirlo di tracce, segmenti, ritmi, pause: indizi dell’anima.
Le pietre di questi mosaici si offrono per essere sacrificate, dall’operosità, dall’ingegno, dall’inganno, all’inquietudine che ci pervade, al desiderio incessante di svelare il segreto, il prodigio che può salvarci.
Non v’è traccia della fatica del divenire, della consapevolezza; il trionfo è dello spazio, della luce e del buio, del tempo, della geometria che con il suo rigore presiede sovrana a un ordine superiore in cui la libertà è data dal limite delle regole che impone.
In questo rigore, in questo limite, in questo desiderio smisurato, l’uomo cerca se stesso, l’altro, e altre infinite, seducenti possibilità.
Le distanze dell’anima, nell’anima, si misurano con quadrati, cerchi, triangoli.
I fili della memoria si riannodano attraverso l’affiorare di segni tracciati dalla mano in cui si è incarnata la possibilità del divenire, il continuum che tende all’infinito: non inizia, non finisce… è.
Questa permanenza nel limbo della memoria è la forza che ha indotto l’artista a recuperare il piacere del contatto, del “sentire”, dello sfiorare la materia: la pietra, il legno, il metallo, la carta.
Il gesto del rilevamento per mezzo del “frottage” si trasforma, diviene inizi azione, conoscenza, destinati a perdersi in un abbandono che ricongiunge l’ordine e il caos in un perfetto equilibrio, in cui gli intervalli di spazio e di tempo si annullano.
I passi, le violenze secolari impressi su questi pavimenti si stratificano sul metallo delle matrici, sulla carta che li accoglie in una sensibile e raffinata tessitura.
Le immagini si rapportano orizzontali in uno straordinario spazio evocativo, si impone una diversa fruizione tramite l’impostazione del corpo.
Questo foglio S Francesca romana è l’elaborazione finale di un progetto iniziato, nelle estati 2000 e 2002, presso il centro di arte grafica Frans Masareel, Kasterlee, Belgio, comprende una cartella con otto stampe, una con sei stampe e l’ultima un unica stampa, tutte in bianco e nero su carta hahnemuhle e l’ultima su carta da lucido.
Barbara Crociani
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S.FRANCESCA ROMANA
Incisione calcografica, stampa a rilevo, 2014. 1 lastre 70x100x39 cm, stampa su carta Hahnemühle 70×200 cm, stampa e controstampa. Tiratura 1/1 su carta Hahnemühle, 2/2 cerchi esterni e 1/1 interno su carta da architetto.
ESAGONI
Incisione calcografica, 2002. 1 lastra 45×74 cm, stampa su carta Hahnemühle 45×74 cm. Stampata presso il Frans Masereel Centrum (Kasterlee, Belgio) Tiratura: 5/5
GRANDE CERCHIO-particolare
Incisione calcografica, 2002 (particolare). 1 lastra 60×85 cm, stampa su carta Hahnemühle 60×85 cm. Stampata presso il Frans Masereel Centrum (Kasterlee, Belgio) Tiratura: 5/5
LOSANGHE
Incisione calcografica, 2002. 1 lastra 45×74 cm, stampa su carta Hahnemühle 45×74 cm. Stampata presso il Frans Masereel Centrum (Kasterlee, Belgio) Tiratura: 5/5